In alcune regioni le stufe a pellet e i camini a legna non possono essere usati, e per chi non rispetta le regole sono previste delle multe anche salate: per questo motivo è bene essere informati su ciò che è permesso e ciò che non è permesso fare, per non incappare in conseguenze economiche sgradevoli. La Lombardia, il Piemonte, l’Emilia Romagna e il Veneto sono le regioni che hanno istituito un divieto relativo all’accensione di camini.

Ad ogni modo ciascuna regione ha previsto regole diverse da rispettare. Se si è in procinto di comprare un impianto di riscaldamento nuovo per la propria abitazione, è meglio approfondire la conoscenza di tali regole, il cui obiettivo – come si può ben immaginare – è quello di limitare l’inquinamento atmosferico.

Multe riscaldamento a legna: la situazione regione per regione

Come abbiamo detto, i divieti sono in vigore in quattro regioni del Nord Italia:

  • la Lombardia
  • il Piemonte
  • l’Emilia Romagna
  • il Veneto

In Lombardia, in particolare, il riferimento normativo è rappresentato dal comma 4 dell’articolo 27 della legge regionale n. 24 del 2006. Ebbene, per chi non rispetta le norme si applicano varie tipologie di sanzioni correlate a gli impianti di riscaldamento a biomassa non a massa. Le regole rimarranno valide per due anni, fino al 15 ottobre del 2024. Inoltre, a Brescia e dintorni è necessario prestare attenzione ai dispositivi a pellet che non raggiungono una potenza di 10 Kw.

In Piemonte, invece, non è possibile sin dal 2008 installare dei generatori di calore a biomassa legnosa di classe inferiore a 3 e 4 stelle e con una potenza inferiore a 35 kw.

Passando all’Emilia Romagna, è necessario citare il Piano Aria Integrato Regionale, in cui sono riportate le regole finalizzate a prevenire il ricorso al riscaldamento inquinante. Sono previste delle restrizioni, in particolare, per i camini a pellet, per i camini a legna, per le stufe e per gli impianti a 1 e a 2 stelle.

Infine, il Veneto, dove da quasi 3 anni è proibito l’impiego di generatori di classe che non raggiungono le 4 stelle; in vigore anche il divieto di usare il riscaldamento a 2 e 3 stelle, che corrisponde alle classi più inquinanti.

Le multe e gli impianti che possono essere usati

Se ci si scalda con un camino o con una stufa a pellet non in regola, il rischio è di andare incontro a una spesa molto consistente. Anche dal punto di vista delle sanzioni, ogni regione prevede una casistica a sé, ma si va da un minimo di 500 euro a un massimo di 5mila euro.

multe riscaldamento a legna

Ma qual è il motivo per il quale il riscaldamento a legna può essere oggetto di sanzioni? In effetti sia la legna che il pellet sono materiali naturali e al tempo stesso ecologici. D’altro canto, non sono i materiali stessi che vengono messi al bando, quanto piuttosto i dispositivi che sono adoperati per bruciare i combustibili.

Ovviamente non tutti i dispositivi, ma unicamente i modelli che potrebbero avere delle conseguenze negative dal punto di vista dell’ambiente. Quindi ha senso provare a capire quali sono i pro e i contro del riscaldamento a legna, perché installare un camino a legna non è vietato, anzi.

Il numero di stelle

Se si vuol essere certi di sapere quali sono le stufe e i camini che possono essere utilizzati è necessario tenere conto del numero di stelle: un dispositivo è tanto più sostenibile quanto più elevato è il numero di stelle. Per esempio, le stufe ecologiche sono caratterizzate da 4 stelle. Lo scopo consiste nel diminuire in maniera graduale il ricorso ai camini e alle stufe che sono più datate e che quindi non sono più efficienti.

Proprio questi apparecchi, infatti, vengono indicati come i responsabili principali della presenza di polveri inquinanti nella zona geografica della Valle Padana. È stato stimato che il riscaldamento domestico da solo causa più dei due quinti delle particelle di Pm10. Nel momento in cui si compra un impianto di riscaldamento nuovo è necessario verificare la sua efficienza dal punto di vista energetico e capire se è permesso a livello regionale.

Questo vuol dire essere consapevoli del numero di stelle e della classe di efficienza.

Le conseguenze del caro energia

Le bollette sempre più salate con i prezzi alle stelle hanno indotto molte persone a utilizzare soluzioni di riscaldamento alternative, ma prima di percorrere questa strada è necessario conoscere i limiti previsti dalle varie regioni e le relative sanzioni, previste per fare sì che gli impianti non inquinino più del dovuto. La crisi energetica prosegue in modo inarrestabile mentre non si ferma neppure la guerra in Ucraina. I costi delle bollette continuano a essere alti, così come i prezzi delle materie prime, e il riscaldamento a legna viene considerato un buon modo per riscaldare la casa.

Ma, come si è visto, in alcune regioni italiane il pericolo è di vedersi appioppare una multa che può arrivare fino a 5mila euro, nel caso in cui si ricorra a un camino a legna o a una stufa la cui potenza al focolare sia inferiore a 10 kw. Tali paletti, per altro, erano stati fissati dalle regioni già prima dello scoppio della crisi energetica, al fine di limitare le emissioni inquinanti.

Lombardia regione virtuosa

La Lombardia è una delle regioni che hanno proibito l’uso di impianti di riscaldamento che si fondano sulla combustione di biomassa. Dalle limitazioni sono esclusi gli impianti che hanno prestazioni emissive a quattro stelle, cioè quelli di ultima generazione.

In tutti gli altri casi le multe possono arrivare fino a 5mila euro. La certificazione dell’impianto va eseguita da un organismo accreditato. Anche per le stufe a pellet, per altro, in Lombardia ci sono delle restrizioni, ed è in vigore l’obbligo di impiegare materiale da ardere che sia conforme alla classe 1.

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